mercoledì 22 aprile 2020

È attraverso la gioia che si resiste



Cari amici, questa lunga e difficile quarantena ci sta mettendo a dura prova. 
Siamo distanti e isolati, ma dobbiamo rimanere uniti di spirito per essere forti e non smettere mai di sperare e sorridere. Tutto questo un giorno finirà e saremo grati e fortunati se siamo sani e salvi. Che cosa sono un mese, due mesi o anche di più di reclusione davanti alla nostra vita? Niente! 
Vi voglio raccontare un fatto che mi è successo tre anni fa. Esattamente in questo periodo (si vede che esiste una stagione ben precisa per la diffusione di alcuni virus) sono crollata come una quercia nella tempesta più violenta. Una mattina appena sveglia, improvvisamente non riuscivo più a stare in piedi per quanto mi girava la testa, ho vomitato, ho cercato di alzarmi, niente da fare, sbandavo pensando di cadere. Ho detto a me stessa, non è possibile, calma, chiudi gli occhi e riprova: la testa girava più forte di prima, tutta la stanza girava come se fossi su un carosello in movimento. Avevo attacchi di panico, grande paura, malessere, formicolio e ansia. Che cosa mi è successo?
Per escludere la presenza di altri disturbi ho fatto varie visite neurologiche e un esame RMN, grazie al cielo nulla al cervello, tremavo dalla paura, ma ero pronta al peggio.
Ho pensato, tranquilla, presto mi passerà. Invece sono stata prigioniera di questo virus (entrato chissà dove e quando, dentro il labirinto dell'orecchio) mettendomi scacco matto con vertigini invalidanti, forte nausea, incapacità di stare in piedi o di camminare e un senso di frustrazione per la totale mancanza di autonomia. Ho consultato più di uno dei migliori specialisti che erano d'accordo con la diagnosi: Neurite Vestibolare Virale, ovvero l'infiammazione dell'orecchio interno, che generalmente può avere una durata di mesi o anni! Non ci volevo credere. Stavo così in forma e all'improvviso succede questo. Sono rimasta in questo stato di instabilità per ben quattro mesi. Ho lottato, ho provato ogni giorno a fare dei piccoli passi, esercizi di equilibrio, faticosissimi, che mi sembrava di aver scalato una montagna, ma che sentivo più come un fallimento. Ho sperato e pregato tutti i giorni, se fossi tornata "sana" come prima, felice, sportiva, piena di energia e dinamismo, non mi sarei mai più lamentata di nulla. E così è stato. Questa brutta esperienza mi ha fatto crescere, mi ha fatto riflettere e aiutare tante persone a capire il senso della gratitudine per ogni giorno che viviamo. Di non dare mai nulla per scontato e vivere nell'attimo coltivando i pensieri positivi. E' quello che voglio trasmettervi anche ora, in periodo di Covid19. Torneremo alla nostra vita, alle nostre piccole abitudini e gratificazioni che ci rendono felici, ma ricordiamoci che l'unica cosa che conta veramente è la salute e l'amore che possiamo dare al nostro prossimo per far sì che questo mondo diventi un posto migliore. 


Un amico mi ha mandato queste perle di saggezza dal popolo Hopi, nativi pellirosse, un messaggio di un capo indigeno Aquila Bianca che voglio condividere:  

"Questo momento che l’umanità sta attraversando ora può essere visto come un portale o come un buco. La decisione di cadere nel buco o passare attraverso il portale è solo tua.
Se ti preoccupi del problema e segui le notizie 24 ore al giorno con poca energia, sempre nervoso e con pessimismo, probabilmente cadrai in questo buco.
Ma se cogli l’opportunità  per guardare dentro di te, per ripensare alla vita e alla morte, per prenderti cura di te stesso e degli altri, attraverserai il portale.
Prenditi cura della tua casa, prenditi cura del tuo corpo, non perdere la dimensione spirituale di questa crisi, diventa come l’aquila che dall'alto vede tutto e vede più ampiamente.


Sii pronto ad affrontare e a superare questa crisi.
Prendi la tua cassetta degli attrezzi e usa tutti gli strumenti che hai a tua disposizione.
Non sentirti in colpa per essere felice in questo momento difficile.
Non aiuta affatto essere tristi e senza energia. Dall'universo arriveranno cose buone, questo ci aiuterà. È attraverso la gioia che si resiste. 
Inoltre, quando la tempesta sarà passata, ognuno di noi sarà importante nella ricostruzione di questo nuovo mondo. Devi essere forte e positivo e per questo non c’è altro modo che mantenere una vibrazione bella, gioiosa e luminosa.


Esiste un rito di transizione chiamato “ricerca della visione”: trascorri qualche giorno da solo nella foresta senza acqua, senza cibo e senza nessuna protezione. Quando attraversi questo portale ottieni una nuova visione del mondo, perché hai affrontato le tue paure, le tue difficoltà. Questo è ciò che ti viene chiesto: approfitta di questo momento per esercitare la tua visione e trovare i tuoi rituali. Per ora questo è ciò che puoi fare.
Serenità nella tempesta. Calmati e prega, ogni giorno. Stabilisci una routine per incontrare il sacro, ogni giorno. Da questo scaturiranno cose belle perchè attiri ciò che emani.
Ora è questa la cosa più importante. Allora canta, balla, mostra la tua resistenza attraverso l’arte, la gioia, la fiducia e l’Amore.
Resisti e abbi Fede."
(fonte generazione Bio)


Non ricordo in quale film ho shazamato questa canzone meravigliosa che non mi è più uscita dalla testa!
Canção Do Mar Dulce Pontes (legendado) HD with permission of  Chris Caldas.


Coltiva l'abitudine di essere grato per ogni cosa buona che ti arriva e ringrazia continuamente, perchè così facendo attrai altro bene nella tua vita, fai circolare energia positiva e vibrazioni di felicità.



















Ps: un ringraziamento speciale ai miei amici Angela, Susie, Giuliano e Gian Luca per le loro splendide fotografie e Adolfo per l'Aquila Bianca. 



giovedì 26 marzo 2020

Andiamo avanti con forza e coraggio e con la primavera dentro




Cari amici, 
è da tanto che non scrivo più sul mio blog, un pò perchè mi sono volutamente allontanare dal web, specialmente da Facebook e Messenger. Gli amici virtuali erano sempre in aumento e non potendo più rispondere ad ognuno ho preferito dare la precedenza alle piccole cose della vita, quelle che si dimenticano e che non si fanno più, essendo tutti dipendenti dal gigante internet. 
Oggi vi scrivo perchè voglio dare il mio piccolo contributo e condividere un pensiero positivo per lenire la sofferenza di questo dramma dell'epidemia Coronavirus. Ci ha colpito in tutto il mondo, ci allontana, ci costringe di rimanere segregati in casa e ci mette in uno stato di isolamento forzato, con paura e angoscia. E' una guerra, uno stato di terribile solitudine, che non conoscevamo.
Preghiamo per le tante vittime che questa malattia contagiosa si è portata via senza pietà. 
Cerchiamo di non cadere nella trappola della tristezza e della depressione, per non abbassare e indebolire il nostro sistema immunitario. Pratichiamo, nonostante tutto, un pensiero e un atteggiamento ottimista, motivato da una profonda consapevolezza perchè può cambiare ogni giorno in un’esistenza più serena, senza ansia e paure. 
Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un augurio di speranza che questo incubo possa finire presto per farci ricominciare, tornare alla nostra normalità, le nostre abitudini, abbracciare e frequentare parenti e amici. Il contatto fisico è così importante per noi esseri umani, il calore e la vicinanza. Quando non c'è Amore, la vita si ferma. A tutti i miei amici di Milleunsorriso, forza e coraggio, restiamo uniti, un giorno torneremo a sorridere e ad amare ancora di più.


Mi ha colpito molto il profondo significato di questa bella storiella, tratta dal Libro Rosso di Jung, anche conosciuto come Liber Novus ("Libro Nuovo" in latino), è un'opera di 205 pagine scritta e illustrata dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung approssimativamente fra il 1913 e il 1930, ma pubblicata postuma soltanto nel 2009. 

"Capitano, il mozzo è preoccupato e molto agitato per la quarantena che ci hanno imposto al porto. Potete parlarci voi?"
"Cosa vi turba, ragazzo? Non avete abbastanza cibo? Non dormite abbastanza?"
"Non è questo, Capitano, non sopporto di non poter scendere a terra, di non poter abbracciare i miei cari".
"E se vi facessero scendere e foste contagioso, sopportereste la colpa di infettare qualcuno che non può reggere la malattia?"
"Non me lo perdonerei mai, anche se per me l'hanno inventata questa peste!"
"Può darsi, ma se così non fosse?"
"Ho capito quel che volete dire, ma mi sento privato della libertà, Capitano, mi hanno privato di qualcosa".
"E voi privatevi di ancor più cose, ragazzo".
"Mi prendete in giro?"
"Affatto... Se vi fate privare di qualcosa senza rispondere adeguatamente avete perso".
"Quindi, secondo voi, se mi tolgono qualcosa, per vincere devo togliermene altre da solo?"
"Certo. Io lo feci nella quarantena di sette anni fa".
"E di cosa vi privaste?"
"Dovevo attendere più di venti giorni sulla nave. Erano mesi che aspettavo di far porto e di godermi un po' di primavera a terra. Ci fu un'epidemia. A Port April ci vietarono di scendere. I primi giorni furono duri. Mi sentivo come voi. Poi iniziai a rispondere a quelle imposizioni non usando la logica. Sapevo che dopo ventuno giorni di un comportamento si crea un'abitudine, e invece di lamentarmi e crearne di terribili, iniziai a comportarmi in modo diverso da tutti gli altri. Prima iniziai a riflettere su chi, di privazioni, ne ha molte e per tutti i giorni della sua miserabile vita, per entrare nella giusta ottica, poi mi adoperai per vincere.
Cominciai con il cibo. Mi imposi di mangiare la metà di quanto mangiassi normalmente, poi iniziai a selezionare dei cibi più facilmente digeribili, che non sovraccaricassero il mio corpo. Passai a nutrirmi di cibi che, per tradizione, contribuivano a far stare l'uomo in salute.



Il passo successivo fu di unire a questo una depurazione di malsani pensieri, di averne sempre di più elevati e nobili. Mi imposi di leggere almeno una pagina al giorno di un libro su un argomento che non conoscevo. Mi imposi di fare esercizi fisici sul ponte all'alba. Un vecchio indiano mi aveva detto,anni prima, che il corpo si potenzia trattenendo il respiro. Mi imposi di fare delle profonde respirazioni ogni mattina. Credo che i miei polmoni non abbiano mai raggiunto una tale forza. La sera era l'ora delle preghiere, l'ora di ringraziare una qualche entità che tutto regola, per non avermi dato il destino di avere privazioni serie per tutta la mia vita.
Sempre l'indiano mi consigliò, anni prima, di prendere l'abitudine di immaginare della luce entrarmi dentro e rendermi più forte. Poteva funzionare anche per quei cari che mi erano lontani, e così, anche questa pratica, fece la comparsa in ogni giorno che passai sulla nave.
Invece di pensare a tutto ciò che non potevo fare, pensai a ciò che avrei fatto una volta sceso. Vedevo le scene ogni giorno, le vivevo intensamente e mi godevo l'attesa. Tutto ciò che si può avere subito non è mai interessante. L' attesa serve a sublimare il desiderio, a renderlo più potente.


Mi ero privato di cibi succulenti, di tante bottiglie di rum, di bestemmie ed imprecazioni da elencare davanti al resto dell'equipaggio. Mi ero privato di giocare a carte, di dormire molto, di oziare, di pensare solo a ciò di cui mi stavano privando".
"Come andò a finire, Capitano?"
"Acquisii tutte quelle abitudini nuove, ragazzo. Mi fecero scendere dopo molto più tempo del previsto".
"Vi privarono anche della primavera, ordunque?"
"Sì, quell'anno mi privarono della primavera, e di tante altre cose, ma io ero fiorito ugualmente, mi ero portato la primavera dentro, e nessuno avrebbe potuto rubarmela piu".



E così che vi auguro di rimanere calmi e fiduciosi, proteggiamoci per gli altri, per noi e per i nostri figli. Passerà un giorno e anche se non saremo più quelli di prima, sicuramente saremo tutti più attenti, più umili e non daremo più nulla per scontato. Prendiamola come una lezione di vita, anche se crudele e violenta, ma con un grande insegnamento: amare e proteggere quello che abbiamo. Conoscete tutti, Aladdin, ma non questa versione toccante, piena di tenerezza, dolcezza e amore, cantata da un ragazzo con sua madre. Un trionfo di emozioni! 
A Whole New World (mother- son duet)  
Official YouTube channel for South African based singer-musician Ashur Petersen.
With Aladdin being the #1 movie in the world, I thought I would do this beautiful song with my beautiful mother :)


                      Nothing better than a son that treats his mom like the queen she is!
      Non c'è niente di più bello di un figlio che tratta sua madre come una regina, che lei è.



Mio Dio, voglio dedicarti un minuto, non per chiederti qualcosa, ma per ringraziarti di tutto quello che ho.










lunedì 2 dicembre 2019

I sentimenti muovono il mondo



Il Bene genera Bene è un messaggio che nasce dall'esigenza di testimoniare quanta bellezza circonda ognuno di noi. L'esigenza di ricordare le cose belle, celebrarle e dimenticare il male. Il bene genera bene perché l'amore non ha pregiudizi, perché la libertà è un valore, perché i sentimenti muovono il mondo e il mondo potrebbe essere un posto migliore se prendessimo coscienza e consapevolezza di noi. Valerio Gimmi


Leggevo sul web che secondo gli psicologi della psicologia positiva, dicendo “grazie” non solo rispettiamo le buone maniere, ma ci facciamo anche del bene.
Essere grati a qualcuno può migliorare il nostro benessere, il livello di buona salute fisica, può rafforzare le nostre relazioni sociali e può produrre stati emotivi positivi.
Per questo colgo l'occasione di ringraziare il Presidente dell'associazione Noi, Roberto Marta, per averci dedicato il riconoscimento speciale, il premio Luciano Marta, simbolo di solidarietà e impegno con dedizione al prossimo rappresentando un esempio di vissuto speso ad aiutare gli emarginati ed i più bisognosi. Grazie a Carolina e alla Signora Bruna per la magnifica organizzazione della serata.



La cerimonia è stata celebrata in uno dei posti più belli di Roma, a Palazzo Brancaccio, in una cornice fatta di calore umano, amicizia, armonia e amore. E' stato un grande onore per me e mio marito, Antonio Maria Rinaldi.
La standing ovation mi ha veramente commossa ed è stata una grande emozione. Possa il nostro contributo essere visto come scelta di come raddoppiare la propria felicità, facendo felice qualcun'altro. Desidero condividere il mio breve discorso con voi, cari lettori di Milleunsorriso, e con tutte le madri di figli speciali. Grazie ai miei figli, Lillo e Antonio jr, per rendermi la madre orgogliosa e fortunata che sono.


UN DONO PER UN CUORE
Nella riflessione di Erma Bombeck su “La mamma speciale” c’è scritto “ Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio non sopravviverà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune.” Come ha ragione quella scrittrice, noi mamme di figli speciali, siamo privilegiate e prescelte di un destino diverso e difficile, una lunga lezione di umiltà che ci mette continuamente a dura prova, allo stesso tempo è una grande opportunità che ci insegna che contento non è colui che fa collezioni di beni materiali tenendo tutto per se, ma colui che fa della sua generosità la sua immensa forza. Siamo coraggiose guerriere, devote infermiere a nascituri segnati da croci da portare e miracolosamente felici di portarle, con quell'anima pura che la luce ci ha regalato. Siamo inarrestabili missionarie d’amore che sorridono alla vita cogliendo la bellezza, il valore di ogni piccolo istante e che sanno che un figlio diversamente abile non è una disgrazia, ma un dono divino, come una stella cadente che brilla forte. Ne abbiamo passati di uragani e tempeste, abbiamo lottato contro forze negative, contro crisi improvvise e contro chi voleva toglierci la speranza, l’unica cosa alla quale aggrapparci. Ma in qualche modo siamo sempre riusciti ad andare avanti con forza, coraggio e profonda gratitudine. Il dolore dopo tanti anni si trasforma in consapevolezza dell’essere fieri. Mio figlio Lillo ci ha dimostrato che gli angeli sulla terra esistono, parlano con gli occhi, comunicano con versi e suoni strani, sono messaggeri di Dio, come lui, per insegnarci che bisogna credere nelle proprie forze, apprezzare e dare ogni giorno un senso profondo alla vita, fare dei gesti di generosità verso chi è meno fortunato, perché ci aiuta a vedere il mondo più vero. Quando abbiamo la Fede possiamo sconfiggere le barriere del Handicap, quando abbiamo l’Amore, la più potente delle forze, che va oltre la scienza e la medicina, nessun cammino è tanto duro, ma in cambio ci fa diventare più ricchi e felici nel cuore. Noi diamo spesso per scontate proprio le cose che più meritano la nostra gratitudine.
Possa il sorriso di questi angeli rimanere un simbolo di coraggio e speranza per tutti!



Una delle canzoni più belle che abbia mai ascoltato e che è perfetta per il mio post "What more can I give" ( Che altro posso dare) è di Michael Jackson & friends, (Beyonce, Celine Dion, Ricky Martin, Usher, Nick Carter, Justin Timberlake, Mariah Carey, Santana, Gloria) un vero capolavoro di batticuore ed emozioni, un trionfo di note musicali. Enjoy!


Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.
 Vincent Van Gogh 
























domenica 22 settembre 2019

Mai perdere di vista il vero valore della vita



Cari amici di Milleunsorriso, è da tanto che sono assente e oggi voglio condividere un fattore reale e preoccupante che ci colpisce tutti, e che serve a farci riflettere.
Siamo sempre più connessi, sia sul cellulare che sul computer, per navigare nel mondo virtuale, quello finto, dove tutto è possibile, dove ci sentiamo importanti e apprezzati, ma perdiamo di vista il vero valore della nostra vita quotidiana. Quanto conta il piacere di stare con gli amici, con la famiglia, andare a un concerto, fare attività fisica, cucinare qualcosa di buono, trascorrere tempo lontani dalla rete per fare una passeggiata nella natura o leggere un bel libro? Siamo tutti contagiati e non c'è via di ritorno. Non sappiamo cosa porterà questa grande rivoluzione tecnologica nel mondo dei nostri figli e nipoti. Possiamo solo decidere come meglio impiegare i nostri preziosi momenti durante ogni giornata. 
A ogni cosa il suo tempo. C’è un tempo per tutto. Quasi sempre controllare i social non è una cosa urgente, quindi può aspettare. Rimandando anche solo di mezz’ora vi accorgerete che non succede nulla. Aiutatevi dandovi un orario per collegarvi e un tempo massimo per restare collegati. Man mano che vi risulta facile aspettare a connettervi, procrastinate ulteriormente.



Penso che la vita sia il più grande dono che abbiamo e non dobbiamo sprecarla neanche per un minuto. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano, impara ad accettare la vita come viene, così ogni singolo giorno ha il suo valore. L’importante è essere felice oggi, perciò riempi il cuore di gioia e fanne la scorta per quando le giornate saranno più grigie.
Ho scritto ai miei tanti e fedeli amici di Facebook e Messenger che ho bisogno di staccare e di prendermi una pausa. Quasi tutti hanno risposto "hai perfettamente ragione cara Gaby, dovremmo fare la stessa cosa."



Lanciato per la prima volta nel 2004, Facebook ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare, socializzare, connettersi con le persone, condividere pensieri e attimi della propria vita. E’ diventato di uso così comune che sono in pochi a non avere un proprio profilo su questo social network. I recenti dati  sostengono che in Italia sono attive al mese ben 30 milioni di persone, di cui 28 milioni si collegano tramite cellulare.
Ogni mezzo o strumento di comunicazione, se usato in modo disfunzionale, diventa problematico. Ecco così apparire diventa un bisogno compulsivo di controllare il proprio o altrui profilo, una tendenza all’isolamento dal mondo reale, che può portare anche a patologie come disturbi d’ansia o depressione. Questi sono alcuni dei sintomi dell’uso eccessivo e sbagliato dei social network che, paradossalmente, colpisce soprattutto gli adulti.



Per alcune persone il legame con i social diventa indispensabile: a casa, in ufficio, in auto, le chat sono sempre attive, una sorta di distrazione continua, si vive nella condizione di essere “alone together”, soli insieme. Una dipendenza, dunque, che spinge sempre più verso una realtà differente dalla vita concreta, in cui si può fingere di essere diversi, dare l’immagine che si preferisce e curiosare nelle esistenze altrui.
La prima strategia per uscire dalla dipendenza è riconoscerla. Ed è difficile, visto che la patologia si cela dietro comportamenti assolutamente normali, o quantomeno non deviati. Il primo campanello d’allarme è sicuramente il numero di ore che, di giorno e di notte, si passano sui social, ossia l’esigenza di una connessione continua.
In questi casi bisogna spezzare il cerchio e decidere di dedicare alla rete soltanto alcuni momenti precisi: un’ora la sera, un’ora nella pausa pranzo, ad esempio. Basta. Quando poi la sofferenza si fa più acuta, e ci si accorge di non riuscire a vivere senza quello specchio, allora è il caso di chiedere aiuto.  E quasi sempre la disintossicazione passa attraverso una riappropriazione della vita reale. Una passeggiata con un amico ad esempio, piuttosto che cinquemila contatti e qualche centinaio di “mi piace” su Facebook.
Tipicamente la prima cosa che si fa quando si è svegli, e l’ultima prima di addormentarsi, è quella di consultare la bacheca di Facebook. Ci si sente vuoti o non completi senza aver consultato il profilo, fino a percepire veri sintomi di panico. Tutto va a discapito delle altre attività, da quelle lavorative a quelle sociali, che vengono considerate meno interessanti e coinvolgenti rispetto al social network. Si rilevano anche sintomi di astinenza e panico se si è impossibilitati ad accedere. (oppure se non troviamo il cellulare)



L’obiettivo, ovviamente, non è quello di evitare totalmente di collegarsi. Ma è necessario che si riacquisisca la capacità di scegliere se collegarsi o meno. Non dev’essere più un bisogno impellente e compulsivo. E’ importante che ritorni ad essere un interesse marginale, una delle tante cose che si fanno e non l’unica o la prevalente. Fai che questo automatismo venga cambiato: se ti viene voglia di consultarlo, prova a dirti “lo guarderò dopo”, cerca di posticiparlo e prediligere il fare altro. 
Molto probabilmente diventerai più felice, più produttivo, costruttivo e socializzante. Il tempo risparmiato da Facebook potrà essere utilizzato per svolgere altre attività, risolvere i piccoli problemi quotidiani o individuare nuove fonti di piacere e benessere. 
web https://www.iwatson.com/dipendenza-facebook-come-uscirne/



La vita non è sempre rose e fiori, bisogna saperla vivere e superare ogni difficoltà grande o piccola che sia. Un cielo limpido e azzurro può oscurarsi da un momento all'altro. Perciò vi ripeto, "godetevi ogni attimo, pienamente, consapevolmente, ma questa volta aggiungo: lontani da internet."



Voglio inoltre ringraziare i miei amici di Facebook per i 2779 mi piace della mia pagina Milleunsorriso. Spero di aver contribuito a rendervi le giornate più solari e piacevoli, con il giusto senso di pace interiore e gratitudine per le cose belle che abbiamo. Non voglio scioccarvi con questo video, ma soltanto consigliare di limitare l'uso del cellulare, dei social, del mondo cyber perchè credo, che oggi come oggi, è diventato il nostro più grande problema che dobbiamo affrontare ognuno a modo suo, con determinazione, coraggio e convinzione.






Milleunsorriso vi augura ogni bene,
 gioia e serenità, 
salute e tanta energia positiva
 per sorridere e amare, 
con la voglia di vivere! 










lunedì 4 marzo 2019

Se mi amate, il vostro sorriso è la mia pace



Cari amici di Milleunsorriso, quando una persona amata ci lascia, rimane un grande senso di terribile vuoto e disorientamento. Il 27.febbraio, mio caro suocero, Rodolfo Rinaldi è volato in cielo dalla sua adorata moglie Isabella. Dopo la messa, un signore gentile mi salutava facendomi i complimenti per il mio discorso, che avevo scritto veramente con il cuore. Mi ha pregato di pubblicarlo da qualche parte, per condividere il profondo significato di Fede, amore e pace, e trasmettere un messaggio di luce e positività, anche in un momento come questo, di infinita tristezza. L'ho fatto anche per mia suocera Isabella, 4 anni fa, (8.Nov.2015 Scalinata per il paradiso) perchè Milleunsorriso è anche questo, pregare, ringraziare, aiutare e guardare avanti con un sorriso e godere ogni giorno al massimo. 


Caro nonno Rodolfo, ci hai lasciato in una bella e calda giornata di sole. Te ne sei andato in silenzio, in punta di piedi, senza voler disturbare nessuno, in un attimo, senza darci il tempo di capire che non è stato un caso, che tu avessi scelto proprio il giorno del compleanno di tuo figlio Antonio. E’ stato un passaggio di testimone, un regalo che hai voluto aspettare un giorno speciale, dove sapevi che Antonio avrebbe ricevuto più amore e quindi alleviato la sua sofferenza. I segni del destino uniti dalla forza dell'Amore. Anche se noi abbiamo paura della morte, perché il dolore per una persona amata scomparsa, distrugge il nostro cuore, la morte non è in opposizione alla vita, ma è un ciclo complementare, come lo prevede il disegno celestiale: nascita, morte e rinascita. In ogni cosa che finisce c’è l’inizio di qualcos’altro.


                     Papà Rodolfo all'ingresso del suo amato paese Sambuci

Così tuo padre ha voluto, caro Antonio, sarà sempre vicino a te, orgoglioso e fiero dei meritevoli traguardi raggiunti e altri che stai per realizzare. Il lutto può essere un grande sacrificio per iniziare al meglio la tua carriera, un nuovo inizio di vita con la forza di tuo padre, che è sempre stato un leone. Voleva lasciarti un segno indelebile, che l’amore tra padre e figlio non conosce confini, un segnale di un uomo premuroso, presente, generoso, sempre contento e sorridente verso i propri figli e tutta la famiglia che amava, un uomo davvero speciale. 


                               Rodolfo Rinaldi e David Rockefeller a New York

Caro dottore, così ti chiamavo e facevo fatica a darti del Lei, per quanto ti ho sempre voluto bene. Pochi giorni fa mi dicesti di quanto eri fortunato di aver avuto una lunga vita felice, ricca di soddisfazioni, conquiste nel lavoro, una salute di ferro, viaggi bellissimi, ma soprattutto due figli straordinari e unici, Antonio e Alessandro, che prima e dopo la perdita della tua adorata Isabella, non ti hanno mai lasciato solo, non ti hanno fatto mancare nulla, ma ti hanno portato in giro, coccolato, riempito di attenzioni, festeggiato insieme ai nipoti e viziato come si fa con un figlio piccolo. Sei stato fortunato anche perché a casa c’erano sempre due angeli custodi di nome Maria e Nicola, che si sono presi cura di te con affetto, simpatia e infinito amore. Grazie Maria di tutto quello che avete sempre fatto per Nonno Rodolfo e Isabella.


La tua dolcezza, la tua simpatia, la tua elegante semplicità hanno sempre conquistato ognuno che ti stava vicino. I tuoi lunghi racconti di storia di epoche diverse, storie di tutti i più grandi musicisti abbiamo ascoltato con grande ammirazione e stima. Quando ti mettevi al pianoforte e suonavi pagine intere a memoria, lasciavi tutti presenti a bocca aperta. Eri un eccezionale pianista nel tuo tempo libero! Qualche volta Isabella ti strillava per questioni di abiti…capitava che per i suoi gusti non eri abbastanza elegante, eppure tu che eri un grande buongustaio di piatti tipici romani, non te ne accorgevi di qualche macchiolina rimasta sulla cravatta, allora facevi delle smorfie che facevano sorridere e sdrammatizzavi subito con una delle tue battute  “ci vuole tanta pazienza”…oppure “per vivere bene bisogna lasciar dire e lasciar fare” oppure “non far domande se non vuoi sentir bugie”… adoravo le tue frasi e la tua saggezza.


Chi ama è rispettoso, 
Non cerca il proprio interesse,
Non cede alla collera, 
Dimentica i torti.
Chi ama non gode dell'ingiustizia;
La verità è sua gioia.
Chi ama tutto scusa,
Di tutti ha fiducia,
Tutto sopporta,
Mai perde la speranza.
L'Amore non tramonta mai.


Il 5.maggio 2014 abbiamo festeggiato le vostre nozze di diamante, 60 anni di vita trascorsa insieme e questo grande ricevimento era per tutti noi qualcosa di straordinario e unico, una ricorrenza la cui rarità ne fa qualcosa di estremamente significativo. Per noi era un giorno davvero indimenticabile. Non vi siete lasciati sopraffare da problemi e preoccupazioni che il destino ci riserva perché, prima di ogni cosa, vi siete voluti un gran bene e ora, raggiunti nella pace eterna, così proseguirà e sarete uniti per sempre.


Siamo tutti visitatori di questo tempo, di questo luogo meraviglioso. Siamo solo di passaggio. Il nostro scopo su questa terra è osservare, crescere, amare e lasciare una traccia. Tu Papà Rodolfo e Isabella ne avete lasciata una molto profonda e tutti noi ve ne siamo grati nel trasmettere questi valori ai nostri figli e nipoti. Grazie  per il tuo grande affetto...eri il miglior papa', un adorabile suocero e il più dolce nonno del mondo. Voglio dedicare a te, ora che hai raggiunto la tua Isabella, il famoso Inno all'amore tratto dalla Prima Lettera ai Corinti:
Se parlo le lingue degli uomini 
E anche quelle degli angeli, 
Ma non ho amore, 
Sono come un metallo che rimbomba, 
Uno strumento che suona a vuoto. 
Se ho il dono di essere profeta 
E di conoscere tutti i misteri, 
Se possiedo tutta la scienza 
E anche una fede da smuovere i monti, 
Ma non ho amore, 
Io non sono niente. 
Se do ai poveri tutti i miei averi, 
Se offro il mio corpo alle fiamme, 
Ma non ho amore, 
Non mi serve a nulla. 
Chi ama è paziente e generoso. 
Chi ama non è invidioso, 
Non si vanta, 
Non si gonfia di orgoglio. 

Il tuo segreto di lunga vita era di non arrabbiarsi mai, di sdrammatizzare sempre e di non prendersela quando qualcosa non va come vogliamo...hai sempre avuto una battuta spiritosa per ogni cosa e il tuo sorriso tante volte assomigliava a quello di un fanciullo pieno di vita e voglia di scoprire cose nuove, di ridere e di scherzare ed ascoltare buona musica. Ora che sei con la tua dolce metà sappiamo che sei felice perchè sei giunto nel regno di Dio.
"Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati su ogni passo che facciamo. E il dolore un giorno lascerà il posto alla dolcezza dei ricordi del vostro esempio che ci accompagnerà con gratitudine ed orgoglio.
Noi non siamo soli e la speranza rinascerà sempre nel nostro cuore perchè si nutre dell'amore di chi, pur avendo lasciato questa terra, continua a vegliare su di noi." Riposa in pace caro Papà Rodolfo
Voglio ringraziare tutti gli amici e parenti di essere venuti così numerosi a dare l'ultimo saluto a nonno Rodolfo. Sono sicura che lui avrebbe detto, "Asciugate le vostre lacrime e non piangete, se mi amate, il vostro sorriso è la mia pace." 


Secondo me è una delle più belle canzoni italiane scritte negli ultimi 30 anni, un inno alla vita vissuta con positività, è l'amore e l'armonia che esiste tra padre e figlio, una melodia che entra nel cuore, trasmette serenità, leggerezza e pace. Il messaggio è chiaro: amare la vita, ogni giorno, ogni momento, senza pensare troppo al domani...
 Delfini di Domenico e Massimo Modugno. 


E ogni mattina puoi trovare una ragione per dire "Sì, oggi sarà una bella giornata."
E ogni giorno puoi trovare una ragione per dire "Sì, è proprio una bella giornata."
E ogni notte puoi trovare una ragione per dire "Sì, oggi era una bella giornata."
E un giorno ti guarderaì indietro e diraì "Sì, è stata una bella vita:"

















sabato 23 febbraio 2019

La forza del pensiero è sopra ogni cosa



La forza del pensiero è al di sopra di ogni cosa. Credere e fortemente volere, puoi vedere realizzati i tuoi desideri. E' la legge dell'attrazione, per me uno stile di vita, una bellissima realtà. Il pensiero positivo ti permetterà di fare ogni cosa meglio di quanto possa il pensiero negativo. Per questo oggi voglio farvi leggere la storiella dei ranocchi, simbolica ma così vera.


La gara di ranocchi è una storia il cui messaggio è quello di seguire i nostri sogni e lottare per essi, fingendoci sordi ai giudizi degli altri, continuando a metterci tutta la volontà, la grinta e l’entusiasmo che possediamo.
C’era una volta una gara di ranocchi. L’obiettivo era arrivare in cima a una grande torre. Si radunò molta gente per assistervi e fare il tifo per loro. Cominciò la gara. In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: “Che pena!! Non ce la faranno mai!”


I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima e la gente continuava: “… Che pena !!! Non ce la faranno mai!…” E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.
Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere come avesse fatto.
Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova. E scoprirono che… era sordo!


Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative… derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre positivo!
(fonte web)
"Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e, se non le trovano, le creano." 
George Bernard Shaw


Non so voi, ma io sento già aria di primavera, di nuovi traguardi, nuove emozioni e tanta energia positiva. E anche se sono passati tanti anni, ancora oggi mi piace ascoltare questo brano fantastico e brillante di Incognito perchè trasmette una gioia infinita, buonumore e 1001 sorrisi!  Don't You Worry 'Bout A Thing
Stevie Wonder is the man to thank for such brilliance. 1992


L’ottimismo è un magnete della felicità. Se rimani positivo, le cose buone e le buone persone saranno attratte da te. Mary Lou Retton